Unità di controllo
Una caratteristica, non scontata a quei tempi, peculiare dell'unità di controllo della CEP, era il suo funzionamento per microistruzioni successive o a microprogramma. Particolarmente interessante era il modo con cui erano memorizzate le microistruzioni e le modalità con cui queste potevano essere modificate. Lasciamo la spiegazione a Ettore Rigobon che nel video riportato in questa pagina spiega in maniera dettagliata il modo di operare del selettore dei comandi. Da sottolineare inoltre che questa unità era totalmente transistorizzata.
L'Unità di controllo comprendeva:
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un registro del codice di operazione delle microistruzioni ad 8 bit (O);
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una sottomatrice di pilotaggio (SC) ed un selettore dei comandi delle microistruzioni (DF) a bacchette di ferrite lineare e transistori, che includeva 256 ingressi (microistruzioni) e 240 uscite (linee di comando), e rappresentava la memoria ROM (Read Only Memory) o meglio la MREPROM (Manually REProgammable Read Only Memory). Tempo di accesso 100 ns.
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un circuito che variando i cicli temporali temporizzava e forniva gli impulsi di comando agli organi di memoria (registri, memoria principale, memorie ausiliarie, entrata-uscita) detto anche Temporizzatore Interno (TI);
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un circuito formatore ed utilizzatore di informazioni per il condizionamento dell'esecuzione e successione delle microistruzioni (FC);
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un commutatore (KO);
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uno staticizzatore dove veniva scritto il comando selezionato in SC (M);
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una rete logica di preselezione nella quale i comandi staticizzati in SC erano elaborati dalle condizioni formate in FC con informazioni provenienti dal nucleo centrale ed inviati alle reti dello stesso, specializzandole a compiere l'operazione desiderata (PKi);
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una rete logica di preselezione che attuava la sequenza del microprogramma speciale di modifica automatica delle istruzioni (PKM).