L'impegno degli Enti locali

Correva l'anno 1954 e, mentre in Italia iniziavano ufficialmente le trasmissioni televisive, Ernest Miller Hemingway vinceva il premio nobel per la letteratura, negli USA la Texas Instruments annunciava la costruzione della prima radio a transistor e in Inghilterra moriva Alan Mathison Turing, a Pisa accadeva qualcosa di molto particolare.

Le province e i comuni di Pisa, Livorno e Lucca mettevano a completa disposizione dell'Università la cifra ragguardevole di 150 milioni di lire. La lungimirante idea era quella di dotare l'Università di Pisa di un apparecchio scientifico di grande valore che, da un lato, avesse una grande influenza sull'opinione pubblica e, dall'altro, consentisse all'Università di accrescere il proprio livello internazionale.

I comuni e le province che finanziano la ricerca e l'Università?

Sembra incredibile, e invece il rapporto tra Enti Locali e Università era attivo sin dal periodo prebellico, durante il quale le province, in primis e, successivamente, i comuni e le camere di commercio del bacino di attrazione dell'Università di Pisa, attuarono una politica di sostegno nei confronti della stessa che si manifestò tramite il Consorzio Interprovinciale Universitario (CIU).

Il CIU svolgeva un doppio ruolo:

Al Consorzio partecipavano le province di Pisa, Livorno, Lucca, ma anche quelle di Massa-Carrara, Grosseto e La Spezia, che versavano contributi annui in modo proporzionale al numero della popolazione della provincia e al numero degli studenti di ciascuna circoscrizione iscritti all'Università di Pisa.

Ma come utilizzare tutti quei soldi?

L'idea era quella di costruire un elettrosincrotrone da un miliardo di elettronvolt nelle vicinanze di Pisa e gli studi per realizzarlo furono portati a termine nell'Istituto di Fisica dell'Università di Pisa. Era tutto pronto, quando…

Video tratto dall'archivio RAI di G.B. Gerace (1972).