Gli Enti di ricerca

Accanto al prezioso contributo che offrì la Olivetti al progetto CEP, ci furono altri enti di ricerca che con il passare del tempo si avvicinarono a diverso titolo al CSCE. Primo fra tutti va ricordato l'Istituto Nazionale Fisica Nucleare (INFN) il cui direttore era il Prof. Gilberto Bernardini, che da subito si impegnò a garantire il funzionamento della calcolatrice con un contributo annuo di £ 15-20 milioni attraverso l'istituzione, a Pisa, di una sezione stabile dell'Istituto da lui presieduto. Questo impegno diede un'ulteriore spinta propulsiva all'iniziativa Pisana ed in seguito si ò in un rapporto proficuo e duraturo, da considerare fondamentale ai fini del successo allora sperato e poi ottenuto.

In un secondo momento, altri due enti di ricerca si avvicinarono al Centro contribuendo in vario modo alla sua attività e, più precisamente, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e il Comitato Nazionale per le Ricerche Nucleari (CNRN) ora ENEA.

La collaborazione con questi enti era molto preziosa per il CSCE, anche perché essi rappresentavano i naturali utilizzatori della calcolatrice. A tal punto che per la effettiva programmazione dei problemi specifici, si pensò, ancora prima che fosse completata la CEP, di adottare una organizzazione di tipo “open shop”, cioè una organizzazione nella quale il personale addetto alla macchina offrisse solamente la propria assistenza agli utenti della macchina, i quali, di conseguenza dovevano occuparsi personalmente della programmazione dei loro problemi. È importante sottolineare come, ancor prima di porsi il problema della programmazione, non fu facile nemmeno raccogliere informazioni sui problemi da sottoporre alla macchina. Ecco infatti come recita una nota interna del CSCE, riferendosi alle richieste fatte a riguardo all'INFN e al CNRN:

“[…] la scarsa conoscenza delle possibilità delle calcolatrici elettroniche ed in particolare dall'alta potenzialità di quella in costruzione a Pisa, non hanno per il momento permesso di ottenere dagli interessati le informazioni richieste […]”